
Ancora una volta McQuarrie schiera al suo fianco Tom Cruise nei panni del protagonista, ma questa volta il risultato lascia a desiderare.
Il film si apre con l’omicidio di cinque persone da parte di un cecchino che sembra scegliere i propri obiettivi a caso. Sul posto la scientifica troverà le impronte di un certo James Barr, che dopo sedici ore di interrogatorio farà il nome di Jack Reacher, un ex militare sparito dalla circolazione per due anni. Durante il trasporto in carcere Barr subirà un’aggressione ed entrerà in coma.
A questo punto ci si aspetterebbe una caccia all’uomo che serva da slancio al film. Invece no. Sarà Reacher, infatti, a farsi vivo con il detective Emerson e il Procuratore. La figlia di quest’ultimo, avvocato di Baar, assumerà Reacher (non si sa perché e in qualità di cosa) per esaminare il caso.
Fino a questo punto non abbiamo praticamente visto niente. La prima mezzora è piatta e il resto del film, fatta eccezione per il finale (che comunque lascia interdetti per la banalità assurda), scorre lentissimo.
Cruise, ancora una volta nei panni di un militare piacione e con la battuta pronta, non convince e stanca. Si ha subito l’impressione di essere di fronte alla versione spompata di Roy Miller in “Innocente Bugie”.
Il film nel complesso non sarebbe un disastro. Il problema vero è che dura circa due ore! Ed è davvero troppo per un film così lento, con poca azione, assenza di originalità e i soliti russi a fare la parte dei cattivi.
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