É facile quando non è la tua casa, è facile quando non è la tua vita, il posto in cui dormi, i tuoi figli, tua moglie. Ma quando è colpa tua non dovrebbe essere così semplice dormire la notte, soprattutto se sappiamo dove vivi. […] Non ci importa quanto sei ricco, vogliamo che tutti i colpevoli provino l’orrore dei loro crimini, perché non dovrebbe essere così facile evitare di pagare per gli omicidi commessi. Mentici, noi ti mentiremo. Spiaci, noi ti spieremo. Avvelena il nostro habitat, noi avveleneremo il tuo. Noi siamo The East e questo è solo l’inizio.
Sarah Moss (Brit Marling) lavora per una società di spionaggio. A lei viene affidato l’incarico di trovare The East: un misterioso gruppo composto da anarchici che si battono, con mezzi più o meno leciti, contro le multinazionali che in nome del denaro non esitano a mettere a rischio l’ecosistema e l’umanità stessa. Sarah riuscirà a farsi accettare dai ragazzi guadagnandosi la loro fiducia e partecipando ai raid. La filosofia di The East si può sostanzialmente riassumere nella regola “occhio per occhio, dente per dente”. Ben presto, dopo aver passato molto tempo con i ragazzi, Sarah comincerà a mettere in discussione il suo vecchio stile di vita, condividendo sempre più gli ideali di questo gruppo di ecoterroristi. Cosa fare dunque? Restare e combattere per i princìpi che stanno alla base di The East o portare a termine il lavoro assegnatole dalla sua società? La risposta sarebbe facile se un dubbio morale non le rendesse la scelta difficile: ripagare con la stessa moneta chi, indirettamente o meno porta morte e distruzione, ci rende migliori di essi?
Ed è questa in effetti la domanda su cui regge tutto il film: chi sono i cattivi? anzi, chi è più cattivo?
Uscito quest’estate, The East, pare non abbia avuto la risonanza che ci aspettavamo da un film del genere. Ce lo confermano i risultati del botteghino che negli USA ha incassato meno della metà del costo per la realizzazione. Poca pubblicità? Scarso interesse, anche in Italia, per un tema che invece dovrebbe scuotere le coscienze? O forse serviva un cast più “ricco” di stelle di Hollywood?
Non ce lo sappiamo spiegare anche se scommetteremmo sulla seconda ipotesi. Parlando sempre di cast, invece, lo abbiamo trovato eccellente. La protagonista è una delle rivelazioni del momento, l’attrice Brit Marling (sua anche la sceneggiatura) che possiamo ricordare per Another Earth (un film drammatico ma con un lato poetico che vale la pena di vedere se non l’avete ancora fatto). Non da meno comunque il resto del cast, con una convincente Ellen Page nei panni di Izzy, “primadonna”, per così dire, del gruppo anarchico. Abbiamo poi il presunto fidanzato della Page, ovvero Alexander Skarsgård, attore svedese noto soprattutto per True Blood in cui interpreta il vampiro Eric. In generale comunque ogni attore ci è parso adatto al suo ruolo.
Per quanto riguarda regia e sceneggiatura, che commentiamo ovviamente da spettatori profani, anche qui non abbiamo nulla da ridire. Nonostante le quasi due ore in cui si sviluppa la trama e nonostante il ritmo blando, poco scosso e con un unico colpo di scena finale, The East è riuscito a catturarci, a smuovere l’interesse verso il tema dell’ecoterrorismo portandoci addirittura, finita la visione, a cercare informazioni a riguardo. Un effetto, questo, che non tutti i film provocano; spesso con il calo del sipario cala anche l’attenzione sull’argomento, segnale che la pellicola non è stata capace di lasciare il segno.
Non abbiamo quindi trovato motivi evidenti e validi per cui The East sia passato quasi inosservato, a parte come detto un possibile scarso interesse per il tema. E se questo fosse il motivo, ci sarebbe seriamente da riflettere.
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