Che succede quando un’adolescente, vissuta tutta la vita sotto lo stretto controllo della religiosissima madre e all’ombra delle più popolari compagne di scuola che non perdono occasione per umiliarla e deriderla, scopre di avere capacità telecinetiche? Succede che siamo di fronte all’ennesimo remake di Carrie, ecco che succede!
Sembra che ogni generazione debba avere la propria versione della storia di Carrie. Cominciò tutto nel 1974, quando Stephen King lo pubblicò come primo romanzo. Di lì a poco sarebbe uscita la prima rappresentazione cinematografica della storia ad opera di Brian De Palma. Appena 25 anni dopo ecco il secondo adattamento (meno fortunato del primo) e, dopo un film per la tv e un musical, arriva anche il terzo.
Lo Sguardo di Satana – Carrie (questo il titolo completo in Italia) è un filmetto carino, che si guarda con tranquillità a meno che non conosciate già la storia. Questo perché Kimberly Peirce e Roberto Aguirre-Secasa (rispettivamente regista e sceneggiatore) più che un film, hanno realizzato un calco della Carrie di De Palma di cui non si sentiva la necessità. Per fortuna che almeno il cast ci ha intrattenuto perché altrimenti , se il desiderio di King fosse stato assecondato, saremmo qui a scrivere peste e corna altro che “filmetto carino”! E sì, perché inspiegabilmente lo scrittore avrebbe voluto vedere nei panni di Carrie niente po’ po’ di meno che Lindsay Lohan! Fortunatamente invece la scelta è ricaduta sulla giovanissima Chloë Grace Moretz (conosciuta fino ad adesso soprattutto per il ruolo di Hit-Girl in Kick-Ass), scelta che abbiamo apprezzato, così come quella di prendere Julianne Moore nel ruolo della madre. A dire il vero tutto il cast, composto da facce più o meno note, ci è sembrato azzeccato.
L’unica nota dolente, almeno per noi, è che trattandosi della terza trasposizione del romanzo sul grande schermo, ci si poteva inventare qualcosa di più o almeno dare un tocco personale alla pellicola senza stravolgere la storia originale ma nemmeno riproponendola tale e quale a quella degli anni ’70 (tecnologia e moda a parte). Speriamo che si tratti dell’ultimo tentativo e di non dover rivedere Carrie nel 2030 alle prese con i bulli extraterrestri.
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