Lo abbiamo aspettato per mesi, abbiamo contato i giorni, hanno sfamato la nostra attesa con anticipazioni, trailers e persino l’apertura di un sito con il countdown all’estinzione umana. Eravamo certi di essere di fronte a quello che sarebbe diventato il miglior zombie movie della storia del cinema. Tratto dall’omonimo romanzo di Max Brooks, World War Z è stato presentato in tutte le lingue come il film dell’anno.
Aspettative soddisfatte? Guardate il film e poi tornate a scoprirlo. Intanto, come sempre, eccovi un assaggio della trama.
Siamo a Philadelphia, dove Gerry Lane (Brad Pitt) vive serenamente insieme alla moglie e alle due figlie. Una mattina, quella che sembra una “normale” giornata di traffico, si trasforma nel caos e Gerry è costretto a fuggire con la sua famiglia in cerca di un luogo sicuro. In qualità di ex investigatore delle Nazioni Unite, l’uomo viene portato a bordo di un’imbarcazione federale, uno dei pochi luoghi sicuri rimasti al mondo, e lì verrà messo al corrente dell’epidemia e del piano di contenimento fallito. Se Gerry vuole restare, e sopratutto tenere la famiglia al sicuro, deve accettare un importante incarico: partire per la Corea del Sud insieme ad una squadra di Navy SEAL per scortare un medico virologo che possa trovare una cura o un modo per arginare la malattia. Arrivato in Corea però, il piano subirà dei cambiamenti e Gerry, da bravo eroe, si ritroverà a combattere contro orde di zombie nel tentativo di trovare una soluzione e salvare l’umanità.
Se state continuando a leggere significa che avete già visto il film, quindi possiamo continuare a raccontare il resto della storia e commentare dove necessario.
Arrivati in Corea del Sud il medico muore (e menomale che era scortato dai Navy SEAL), ma non tutto è perduto. Gerry, infatti, parlerà con un agente della CIA che gli darà informazioni preziose e lo indirizzerà a Gerusalemme, unica città al mondo ad essere riuscita ad isolarsi costruendo un muro prima ancora che scoppiasse l’epidemia. Come faceva il governo israeliano a sapere in anticipo quello che stava per accadere? Semplice! Due settimane prima hanno ricevuto il comunicato di un soldato indiano, all’interno del messaggio si distingueva la parola “zombie“. (Esatto, in Israele hanno costruito un muro difensivo perché il comunicato di un soldato indiano conteneva la parola “zombie”…)
Quando Gerry fa notare al capo dei servizi segreti israeliani che le precauzione prese sono un po’ eccessive, l’uomo farfuglierà qualcosa del tipo: in passato gli avvertimenti non erano mai presi sul serio quindi adesso non ci caschiamo più. Purtroppo però, il muro serve a ben poco se all’interno si fa casino facendo agitare gli zombie all’esterno che, come agili circensi, scavalcano le mura difensive infestando Gerusalemme. Per fortuna Gerry riesce a mettersi in salvo a bordo di un aereo di linea, portandosi dietro una soldatessa israeliana a cui ha tagliato una mano per evitare che il morso di uno zombie la facesse ammalare. Quindi, dopo essere scampati alla depressurizzazione dell’aria (in seguito al lancio di una bomba all’interno dell’aereo) e allo schianto, arrivano in un centro di ricerca del Galles, dove ad accoglierlo abbiamo un medico italiano (Pierfrancesco Favino). Gerry esporrà la sua teoria (di cui sinceramente fino ad allora non aveva capito niente): secondo lui gli zombie evitano le persone malate ed attaccano quindi solo soggetti sani. L’idea è quella di iniettare a quel che resta della popolazione mondiale un virus con alto tasso di mortalità (ma comunque curabile). Geniale no? Il problema è che gli agenti patogeni si trovano nel comparto B, che è pieno di zombie. Gerry, la soldatessa e il medico vanno a recuperare le provette, quando sembra fatta, però, Gerry rimane in trappola. Fuori da una porta a vetri lo aspetta un temibilissimo e solitario zombie! Come fare ad ucciderne uno solo, dopo aver affrontato intere orde per quasi due ore di film? Idea! Il nostro eroe, lascia un ultimo messaggio alla sua famiglia e poi si inietta il contenuto di una provetta a caso! Sarà la provetta giusta? E, sopratutto, la sua intuizione verrà confermata?
E che ve lo dobbiamo dire? Ovviamente sì, tutto si risolve per il meglio. Baci, abbracci e un virilissimo discorso di Gerry sulla guerra agli zombie per liberare quel che resta delle nostre città e tornare alla normalità.
E adesso torniamo alla domanda iniziale: aspettative soddisfatte? Ma assolutamente no! Finito il film a dire il vero, l’unica cosa ad averci colpito e di cui si parlava era la soluzione, ovvero l’iniettarsi un virus per non farsi attaccare dagli zombie. Ci sembra, infatti, che questa idea non sia stata utilizzata in altri zombie movies fino ad oggi. Ma al di là di questo, quel che resta è solo la delusione di aver assistito all’ennesima “americanata” annunciata da mesi come un capolavoro.
Ci aspettavamo inoltre, come da titolo, di assistere ad una guerra mondiale contro gli zombie e quindi a scene di sopravvivenza, non solo ai soliti combattimenti ed effetti speciali. Sostanzialmente non c’è trama, il protagonista è insipido e buona parte del film praticamente inutile.
Il problema di fondo è sempre lo stesso, continuiamo a parlarne praticamente ad ogni articolo, ma non ce ne stanchiamo mai: la pubblicità. Considerando che la squadra a lavoro per questo film (registi e sceneggiatori) è composta quasi interamente da professionisti relativamente giovani e che alcuni di loro hanno maturato esperienza solo lavorando in serie tv, non sarebbe stato il caso di organizzare una campagna pubblicitaria più discreta? Dopo tutto, avendo nel cast un attore del calibro di Brad Pitt che per molti è una garanzia, un budget elevato, effetti speciali a non finire e il tema zombie, difficilmente il film sarebbe stato un flop al botteghino!
Comunque, alla luce di quanto scoperto riguardo a regista e sceneggiatori, apprezziamo la pellicola ma sicuramente non lascerà un segno profondo nella nostra memoria. Resta un po’ di amarezza, al di là della delusione come conseguenza dell’alta aspettativa, per un budget e un soggetto che potevano sicuramente essere sfruttati meglio.
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