“Commesso viaggiatore trovato nudo nella sua auto.”
Comincia così, con un articolo di giornale datato 9 marzo 2009, “I terribili segreti di Maxwell Sim“. Questo bizzarro romanzo di Jonathan Coe, uscito nel 2010 per la Feltrinelli, è probabilmente uno di quei libri che o si ama o si odia. È una storia talmente illogica e palesemente finta dall’ inizio alla fine, che potrebbe essere considerata solo un esercizio di scrittura.
Immaginate di inventare un personaggio, attribuirgli tutti i malesseri tipici del 21esimo secolo (depressione, paranoia, solitudine, senso di smarrimento, incapacità di intavolare una conversazione al di fuori di facebook), metterlo in situazioni paradossali e fargli vivere uno dopo l’ altro momenti di pura sfiga. Quest’ uomo è davvero ma davvero sfortunato! In qualche mese gli capita di tutto: la moglie lo lascia, la figlia lo ignora, perde il lavoro, viene derubato e truffato e, ciliegina sulla torta, scopre una verità sconvolgente sul padre. E queste sono solo alcune delle sfortune che gli capitano durante la sua avventura. Sembra che l’ autore si diverta quasi, che sfoghi le sue frustrazioni su questo povero personaggio facendogli vivere i peggiori incubi. Maxwell Sim è sostanzialmente un burattino nelle mani di Coe.
Le possibili reazioni durante e dopo la lettura di questo libro sono due: potreste provare un profondo senso di angoscia e insoddisfazione immedesimandovi troppo nei panni del protagonista (e di conseguenza il giudizio finale sul romanzo potrebbe essere negativo), oppure potreste restare affascinati dalla maestria con cui gli eventi trascinano Maxwell fino alla fine.
Poi ovviamente ci sarebbe la reazione forse più ovvia, ovvero abbandonare il romanzo a metà perché cominciate a non capirci più niente.
Ma tornando al finale. Quando ci arriverete probabilmente vi verrà solo da bestemmiare e scagliare il libro fuori dalla finestra. Pensandoci bene, però, dal momento che come abbiamo già detto tutta la storia è paradossale e volutamente forzata, poteva starci un finale “normale”? Una fine negativa o positiva non avrebbe avuto molto senso, quindi meglio così.
Vi lasciamo alla lettura e, come sempre, sentitevi liberi di lasciare un commento!
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